Partono le marce di sensibilizzazione del progetto “Io non sono il mio tumore”

Partono le marce di sensibilizzazione del progetto “Io non sono il mio tumore”

  • di Redazione
  • 7 Settembre 2022
  • Italia ed estero

E’ partita da Pescara con un percorso di 2,5 e 5 km tra lungomare e centro città la prima camminata di sensibilizzazione per richiedere una legge per il Diritto all'oblio oncologico promossa dalla campagna "Io non sono il mio tumore", lanciata a gennaio da Fondazione AIOM (Associazione italiana di oncologia medica) con una raccolta firme.

In pochi mesi le adesioni alla petizione sul sito dirittoallobliotumori.org sono state decine di migliaia: una volta raggiunte le 100mila, saranno consegnate al Presidente della Repubblica Mattarella per richiedere una maggiore tutela degli ex malati oncologici.

Si tratta di oltre un milione di persone che, nonostante siano guarite, si trovano a vivere difficoltà nella vita di tutti i giorni. Sono infatti numerose, afferma Aiom, le "discriminazioni nell'accesso a servizi come la stipula di assicurazioni e di mutui, l'adozione di un figlio e l'assunzione sul lavoro". La norma permetterebbe all'Italia di seguire l'esempio virtuoso di altri Paesi europei (Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo), che già tutelano i propri cittadini con una legge dedicata. "I risultati della campagna fino a ora sono stati straordinari. In pochi mesi abbiamo raggiunto più di 75mila firme. L'obiettivo 100mila è sempre più vicino. Sono 3,6 milioni le persone che, in Italia, vivono con una diagnosi di cancro. Il 27% di loro, circa un milione, è guarito: dobbiamo mobilitarci per loro", ha sottolineato Giordano Beretta, presidente di Fondazione AIOM e nuovo Direttore della UOC di Oncologia Medica dell'Ospedale Santo Spirito di Pescara.

"Oggi più che mai è fondamentale dedicarsi alla qualità della vita post-malattia. Grazie all'innovazione, all'impegno dei ricercatori e al lavoro dei clinici, infatti, oggi sono moltissime le neoplasie che possono essere curate o cronicizzate, con un importante incremento del numero di persone che vivono dopo una diagnosi. Dopo un determinato numero di anni, dipendente dal tipo di tumore, i pazienti sono ritenuti guariti a livello clinico. Quello che chiediamo è che si ponga un limite temporale oltre il quale questo possa avvenire anche per la burocrazia, come già succede in diversi Paesi europei", ha dichiarato Saverio Cinieri, presidente AIOM.