Farmaci contro gli effetti collaterali del tumore al seno: si spendono 500 euro ogni anno

Farmaci contro gli effetti collaterali del tumore al seno: si spendono 500 euro ogni anno

  • di Redazione
  • 11 Giugno 2025
  • Italia ed estero

Per le donne con tumore del seno, in Italia più di 53mila ogni anno, i farmaci per la gestione degli effetti collaterali delle terapie o della patologia ricoprono quasi il 41% dei costi sostenuti privatamente, pari a 500 euro l'anno.

È uno dei temi al centro del 42/mo Congresso dell'Associazione nazionale donne operate al seno (Andos), dal titolo 'L'Andos e l'Europa', svoltosi a Gorizia. Il focus dell’evento è stato il ruolo cruciale delle associazioni pazienti europee e ha visto la presentazione dei risultati della survey sul peso finanziario della patologia, l'illustrazione di due progetti internazionali e l'approfondimento sull'Ai in radiologia.

La 'tossicità finanziaria' colpisce il 38% delle donne, che si trovano ad affrontare le conseguenze economiche della malattia. "Le uscite private per questi farmaci equivalgono a circa 500 euro a paziente ogni anno", ha sottolineato Flori Degrassi, presidente nazionale Andos, che ha presentato due progetti internazionali: "Safe Together, in collaborazione con associazioni polacche e croate, che punta alla realizzazione di linee guida dedicate alla formazione dei caregiver delle pazienti terminali, e S.h.i.e.l.d., che mira ad avvicinare le donne culturalmente ed economicamente svantaggiate agli screening offerti sul territorio".

Grazie ai programmi di prevenzione e ai progressi terapeutici "la grande maggioranza dei casi viene oggi curata con successo, ma una quota significativa presenta o sviluppa metastasi, cioè la diffusione della malattia ad altri organi", ha confermato Fabio Puglisi, direttore Oncologia medica Irccs Cro di Aviano.

Nonostante questo "per molte donne, convivere con un carcinoma mammario metastatico non è più sinonimo di rinuncia grazie a miglioramenti terapeutici che hanno rivoluzionato la storia clinica della malattia. Il futuro si gioca sulla diagnosi molecolare, sull'accesso equo alle cure e sulla collaborazione tra medici, pazienti e istituzioni", ha ribadito.

L'Ai, inoltre, "offre un'opportunità unica per rivoluzionare i processi di screening radiologici del tumore del seno. Integrandola nei flussi di lavoro possiamo migliorare la qualità delle cure e supportare i radiologi nel fornire diagnosi più accurate e sicure per le pazienti", ha concluso Francesca Caumo, direttrice Uoc Radiologia senologica e oncologica presso l'Istituto Oncologico Veneto, Irccs di Padova.