La nausea persecutoria

La nausea persecutoria

  • di Redazione
  • 9 Ottobre 2018
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna il martedì della nostra magica Rita Meleddu!


Essere prigioniera della nausea è qualcosa di terribile. Non so mai quando si farà sentire. Magari me ne sto tranquilla per i fatti miei e la sento arrivare.  Improvvisa, violenta e rabbiosa . Non posso fare niente per ostacolarla. A nulla valgono gli antiemetici più efficaci. Lei è più forte di loro. È anche una grandissima imbrogliona. Mi lascia in pace giorni e giorni e io mi sento quasi guarita, perché nei giorni di tregua posso nuovamente alimentarmi quasi normalmente, senza eccedere si intende, ma il giorno in cui decide di farmi pagare colpe non commesse, eccola arrivare feroce a perseguitarmi! Allora si ferma tutto. Il nutrirsi diventa un optional. Capita che bevo giusto un po' di latte con due biscotti (proprio due di numero) a colazione e che questo rimanga il mio unico nutrimento fino alla sera, momento in cui si fa un tentativo di mangiare qualcosa, che in genere è un prodotto farmaceutico, un alimento medico speciale, un piccolo vasetto di crema che però contiene tutti i nutrienti di un pasto completo. Quindi proteine, grassi, vitamine, minerali ecc. Ci sono giorni in cui questo vasetto di budino seppur speciale e calorico, rimane il mio unico mezzo di sostentamento, ma non posso fare diversamente, in quei giorni mi è vietato praticamente tutto. Io ero una buona forchetta e mangiavo di tutto, dalla pasta, alla carne, al pesce, alle verdure e alla frutta, tutto insomma e mi piacevano pure alcune pietanze esotiche o perlomeno certe spezie. In più amavo gli alimenti ben conditi non certo privi di gusto. Da un giorno all'altro la mia alimentazione si è drasticamente ridotta, in quantità e varietà. Ed è  brutto andare a fare la spesa e dire :" Questo no, questo neppure, quest'altro meno che meno". Praticamente mi è tutto vietato. Ma per guadagnare un po' di salute ci si abitua a tutto, e allora ciò che prima si desiderava diventa quasi invisibile. Non posso più mangiarlo e non lo mangerò. Quando la nausea diventa insostenibile si fa presto a barattare. Ormai mi sono rimasti così pochi alimenti e non è detto che a breve dovrò togliere anche quelli. E’ successo tutto talmente in breve tempo da lasciarmi sconcertata, ed è sempre peggio. Giorno per giorno mi accorgo di quanto la malattia riesca a piegare il corpo. Sempre di più. Ormai non posso pianificare un incontro con le amiche, perché non riesco a prevedere come starò. Non voglio trovarmi in situazioni imbarazzanti. Credo che non faccia piacere a nessuno vomitare di fronte agli altri, quindi questo disagio piano piano annulla ogni relazione sociale. La malattia, però, per quanto perfida, non riesce a domare lo spirito che indomito continua a sperare nonostante l' evidenza e i continui attacchi. Spero che non arrivi il giorno in cui dovrò alimentarmi per altre vie che non sono la bocca, perché allora ci sarà uno scadimento netto della mia qualità di vita. Mah, chissà cosa mi aspetta! Certo, molto so e molto lo immagino, spero solo che la malattia non infierisca oltre. So pure che questo è utopistico, però so anche che i sogni sono gratuiti e dunque perché non sognare?
La speranza e i sogni sono forse le uniche cose che nessuno ci può portare via e allora, speriamo sempre, fino alla fine, altrimenti è sicuro che si è già morti dentro.