Il nostro corpo parla

Il nostro corpo parla

  • di Redazione
  • 12 Marzo 2019
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna l’emozionante appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra magica amica Rita Meleddu.

Dobbiamo sempre ascoltare il nostro corpo, parla e non dobbiamo farlo parlare invano, ci manda dei segnali che dobbiamo cogliere, sta a noi stare attenti e non sottovalutare. Alcuni sintomi come la stanchezza fanno chiaramente capire che il nostro fisico ci sta mandando un segnale, forse stiamo approfittando di noi stessi, delle nostre risorse e allora dobbiamo fermarci, perlomeno rallentare e affidarci ai medici che sapranno consigliarci e venirci in aiuto anche con la prescrizione di integratori in grado di risollevarci. Mi raccomando, lasciamo stare il "fai da te" e non diamo retta a Internet in cui si legge di tutto e di più e persone senza la minima preparazione medica, anzi talvolta dei veri e propri cialtroni, danno consigli e fanno persino prescrizioni che possono risultare dannose, se non addirittura  pericolose. Il cambio di stagione, l' arrivo della primavera e dell'estate, per quanto piacevoli e attese, portano con loro quel senso di spossatezza e svogliatezza tipici del periodo, allora è inutile cercare di fare il doppio di quello che si è fatto finora, il nostro corpo non risponde e ci vogliono appunto consigli medici volti al nostro recupero fisico. Io che faccio la chemio continuativa ormai da anni viaggio con la stanchezza in tasca e non devono ingannare i nomi che sembrano dolci diminutivi di alcune chemio che in realtà nascondono molte insidie. Ne parlavo già a marzo dello scorso anno nella mia rubrica. Ho fatto la Capecitabina, il Navelbine, la Gemcitabina, vedete bene che alcune chemio hanno dei nomi persino gioiosi, carini, eppure quello che si trascinano dietro non è sempre piacevole. Come è ormai noto tutte queste terapie danno degli effetti collaterali, talvolta tanto gravi da dover sospendere l' assunzione delle stesse e per chi come me ha bisogno della chemio come dell' aria che respira sono guai. La chemioterapia citotossica distrugge le cellule in rapida crescita ma anche i globuli bianchi.  In tantissimi anni di terapie per mia fortuna ho saltato pochissimi cicli, una o due volte una decina d' anni fa, poi l' anno scorso a marzo e quest' anno per due volte consecutive. Così visto che i globuli bianchi erano molto bassi, la mia oncologa ha deciso di ricorrere al Neulasta, un immunostimolante, che è una puntura il cui principio attivo stimola il midollo osseo a produrre più globuli bianchi nel sangue aumentandone la conta e che riduce quindi la durata della neutropenia. È una puntura che va fatta 24 o 48 ore dopo la chemio e che aiuta la risalita dei globuli bianchi. È una piccola siringa preriempita, pronta all' uso e si fa sottocute. Non è dolorosa, ma i dolori possono arrivare dopo. Per esperienza ( avendola fatta varie volte) so che uno tra gli effetti collaterali più indesiderati è un dolore osseo molto forte e dolore generalizzato a muscoli e articolazioni. L' ho fatta ieri e con l' aiuto della Tachipirina per ora sono riuscita a gestire la situazione e il dolore. Anni fa soffrii molto di più, alla puntura seguiva quasi sempre la febbre e dolori, come detto, molto forti alle ossa, fino alle mascelle,  una sorta d' indolenzimento generale, ma è lo scotto da pagare se si vogliono continuare le cure. Sono molto testarda, forse sono viva per la grande forza di volontà che mi porta a superare tantissimi ostacoli, cerco di fare ancora tanto da sola, mi gestisco ancora la casa e non è facile con tutto il daffare che c'è in una famiglia e con il mio livello di malattia. Tuttavia il mio corpo ogni tanto mi mette dei limiti, è come se mi dicesse che non posso andare oltre e allora seppur a malincuore non posso fare altro che ascoltarlo.