Continua l'appuntamento bisettimanale del giovedì con la rubrica "Il peso della determinazione" a cura della nostra cara amica Sonia Aresu.

Adoro il clima natalizio, le vie della città illuminate e addobbate dai toni e colori caldi, le musiche allegre e la frenesia della gente che corre avanti ed indietro per accaparrarsi il regalo più originale. Eppure tre anni fa, ancor prima di sapere di avere un tumore, il Natale e tutto ciò che lo riguardava non mi faceva lo stesso effetto positivo. Lo vedevo come portatore di stress, finti affetti e festa prevalentemente  commerciale e non vedevo l'ora che le vacanze passassero in fretta.

Non sentivo più l'esigenza di festeggiare delle feste che per me erano diventate a comando. Il Natale del duemilaequattordici è stato un Natale molto significativo. Il periodo vivevo in Piemonte ed ero giunta a Cagliari solo per passare le festività in famiglia, non sapendo che invece di lì a poco avrei vissuto il periodo più burrascoso della mia vita. Avevo già un biglietto di ritorno che dovetti strappare. Infatti, alla mia vita, tornai solo molti mesi più tardi.

Dopo ben tre interventi, cicli di chemio e gravi malesseri ho iniziato a vedere la vita non dico in maniera completamente diversa perchè mentirei, ma ad apprezzarla molto di più. Mentre prima mi ponevo mille domande, dubbi esistenziali e paranoie ora il tempo lo gestisco diversamente, lo seleziono, me lo dedico e lo dedico come e con chi voglio.

Non mi sento una Sonia diversamente sana, sono una donna con qualche pezzo in meno ma completa e più piena di sè. Dopo la burrasca, rivedo il Natale con gli occhi sorpresi di una bambina, mi immergo completamente nel clima tanto che potrei vestire il ruolo di Babbo Natale! Godiamoci ogni istante della vita come se fosse l'ultimo. Buon Natale, amici!