Tic Toc Tac

Tic Toc Tac

  • di Redazione
  • 18 Gennaio 2018
  • Il peso della determinazione

Continua l’appuntamento bisettimanale con la rubrica curata da Sonia Aresu "Il Peso della Determinazione"

Prima del 2014, anno della diagnosi di tumore,  non avevo mai fatto una tac. Ora ho perso il conto di quante ne ho fatte. Ricordo che la prima,  la feci  quando mi ricoverarono in ospedale, per una grave infiammazione pelvica, che successivamente dopo varie peripezie, si scoprì fosse un tumore ad un ovaio. Filò tutto liscio. Poi perchè amo le situazioni complicate, durante le  tac successive ho scoperto di essere allergica al mezzo di contrasto. Ho iniziato a riempirmi di bolle su viso e corpo tanto da sembrare un muffin. Ho delle vene molto delicate e piatte ed ogni volta è  un terno al lotto perchè la difficoltà oltre cercare la vena è soprattutto trovarne una abbastanza robusta per contenere il mezzo di contrasto. L' ultima volta sono riuscita a movimentare un intero reparto...non riuscivano a trovare un punto su cui pungere e dopo vari tentativi e messo a disposizione un  anestesista hanno trovato una vena nel piede. Il bello è stato vedere le facce degli altri pazienti in sala d' attesa e di una mia cugina, che il giorno mi accompagnò, perchè entrai camminando ed uscii in barella per non utilizzare il piede. In quei momenti ho come la sensazione di essere una pedina mossa da mani esperte e non. Il tempo scorre inesorabile e dalla fifa e dalle ormai martoriate vene anche il più piccolo capillare si nasconde. Per questo motivo durante la chemioterapia ho portato il picc, un catetere venoso sul braccio, per parecchi mesi. In quel periodo ho desiderato costantemente farmi una doccia senza dover imbustare il braccio, immergermi nell'acqua di mare senza dover sollevare le braccia in alto, passeggiare con le maniche corte. Ma ciò che ho passato va aldilà della sofferenza, ciò che è stato era, è, e sarà la corazza che mi ha fortificato che ha plasmato quella Sonia che sono ora.