Buona la prima

Buona la prima

  • di Redazione
  • 14 Marzo 2019
  • Il peso della determinazione

Per la rubrica "Il peso della determinazione" Sonia Aresu racconta una sua nuova riscoperta passione

Oltre alla passione per la danza che per ovvi motivi non ho potuto coltivare, quella di recitare in teatro è sempre stata un sogno nel cassetto, sin da piccola. All'incirca all' età di otto anni, facevo parte del gruppo dell'oratorio parrocchiale che durante il periodo carnevalesco organizzò una recita. Mi fu affidato il ruolo della matrigna di Cenerentola, avrei voluto interpretare la parte della protagonista, ma non mi fu nemmeno proposta, essendo in effetti troppo sfrontata, robusta e con una voce da trombone. Avrei completamente modificato la figura dell'esile e dolce brava ragazza che fu magistralmente interpretata da Noemi, una mia cara amica d'infanzia che purtroppo non c'è più. Qualche mese fa, quando mi è stato proposto da un'amica, Elisabetta,  di partecipare ad un laboratorio teatrale, mi si è accesa una lampadina. La matrigna, si è improvvisamente risvegliata spingendomi a provare questa nuova esperienza. Il laboratorio teatrale, l' Orcoillogico, è nato con lo scopo di aiutare le pazienti oncologiche a ritrovare se stesse dopo una diagnosi di tumore. I due maestri, Antonello e Fabio, trasmettono il grande amore che hanno per il teatro, lo si può leggere nei loro occhi. Hanno tantissima pazienza, faticano insieme a noi allieve che abbiamo tanto da imparare. Col gruppo, formato prevalentemente da pazienti oncologiche e personale sanitario, si è subito creata una bella alchimia. Alcune sono già esperte, in quanto iscritte al laboratorio da diverso tempo.

Il teatro è una cura per la mente e per il cuore, un antidepressivo naturale, la sensazione è che sia l’ anima a parlare, recitare e danzare. Quando recito, per un paio d' ore, accantono i problemi quotidiani come se staccassi la spina e  pensassi solo a eseguire gli esercizi e dar vita ad un copione. Il creare un filo invisibile di comunicazione tra di noi, fatto di soli sguardi, ci permette di essere collegate l' una all' altra. La settimana scorsa, dopo svariate prove, ci siamo esibite per la prima volta, nella sala convegni dell'ospedale Businco di Cagliari, con lo spettacolo intitolato "Baijcicca". In chiave metaforica, si affronta il cancro, attraverso un  tumulto di sensazioni che partono dalla disperazione della diagnosi alla forza di non perdersi d'animo. Si cerca di mettere in contatto lo spettatore con lo spettro della malattia che non dev'essere vista come una condanna ma come un'opportunità per ricominciare ad assaporare la vita! Baijicca!