A Carnevale ogni scherzo vale…

A Carnevale ogni scherzo vale…

  • di Redazione
  • 4 Marzo 2019
  • I Mille Colori di Fausta

Torna il lunedì dell’amica Fausta Giorgia Mascia con un nuovo racconto pieno di emozioni

Oggi le cime del Marganai sono innevate. Dalla porta finestra della cucina la mattina appare gelida e bianca. Niente vento e uno strano silenzio fra qualche rumore attutito. Ho caricato la lavastoviglie ma non parte. Voglio questo silenzio. Mi siedo in poltrona, avvolgo le gambe ghiacciate in un plaid e mi metto in grembo la mia gattina calda come uno scaldino. Sul tavolo ci sono fave da sgusciare e del tacchino già farcito da mettere al forno. Aspetteranno! Carlo è uscito in cerca di ravioli dolci e porterà anche pane appena sfornato. Sono sola ma tranquilla. Anche se per la maggior parte del tempo sono stanca e nervosa: non aspetto più niente dalla vita, eccetto il fallimento delle mie gambe poco stabili. Sono risentita, lo so, ma la realtà è questa: le mie gambe si stancano facilmente, mi fanno male e sto curando un tumore all’ovaio. L'ansia, il panico e la depressione, mi rendono insofferente. Lo so: sono codarda! Ma quando di fronte alla giornata mi trovo impossibilitata a fare tante, troppe cose, la voglia di piangere si fa forte! Tutto l'amore che mi circonda non può in certi momenti cancellare l'incubo, il dolore, di questi oltre due anni quasi tutti ospedalizzati.

Il carnevale lo vivevo ben diversamente: preparavo ravioli dolci, chiacchiere, compravo mascherine per il volto e i coriandoli con le stelle filanti per organizzare feste casalinghe per i miei adorati figli e gli amici di famiglia. Oggi posso a malapena rassettare cucinare per 2, 3 ore al giorno poi devo stare in poltrona o a letto perché le gambe vanno in stanca e la chemio mi ha indebolito. Io invece vorrei fare tante cose … Mi guardo intorno nella mia bella, spaziosa cucina, calda, accogliente. Comincio con calma a sbucciare le fave che rosolerò. Penso agli ospedali oncologici pediatrici: lì ci sono tanti bambini e potrei preparare mascherine e far comprare da Carlo palloncini per organizzare una piccola festa: quei bambini sarebbero felici! A questo pensiero sento che copiose lacrime calde scendono sulle guancie.: ho sempre fatto fatica ad accettare le gravi malattie dei bambini.

Né io per voglia, ne loro per impossibilità vedremo la sfilata di carnevale perché siamo dall'altra parte della barricata: il mondo dei malati con tante restrizioni e rinunce e il mondo dei sani con libertà e azione. Però devo anche pensare che questa catastrofe che mi ha investita forse diventerà la base per una nuova Fausta, più ridimensionata ma pur sempre viva. Dio mi ha strappato per ben due volte dalla morte: sono due anni regalati nei quali l'amore, il dolore si sono miscelati dosandosi equamente. In questi due anni ho goduto dell'amore della mia stupenda Eva, del mio impareggiabile Antonio, del mio dolcissimo Gabriele e di Carlo la mia stampella quotidiana e non posso non essere felice di questi due anni strappati alla morte, nei quali ho ricevuto tanto amore e tenerezza dai miei familiari, dal personale del Businco, dalle mie lettrici e dalla redazione di maipiùsole, nonché dai vecchi amici e dalle nuove compagne di sventura. Questa è un'altra vita, limitata, timorosa del domani, senza progetti a lungo termine fatta della consapevolezza che tutto può finire.

Però tutto l'amore che ho ricevuto in questi due anni mi basterà per combattere, per ridere, per vivere alla giornata. Eh sì! E carnevale anche per me, anche per coloro che sono ospedalizzati o hanno degli handicap perché se lo guardiamo con lo sguardo della "possibilità" e con la legge dell’amore sarà bellissimo, sarà unico nella sua complessità o duplicità. Bisogna guardare i fatti con una prospettiva "spirituale"come fanno i religiosi che confidano nella divina provvidenza: "durante il parto la donna soffre ma poi gioisce perché un figlio le è donato", Gesù ha promesso che la tristezza cambierà in gioia. Dio, lo so, provvederà a mandare segni, sorrisi voglia di credere e, con questa fede, vivremo serenamente forse a lungo perché abbiamo creduto. Buon carnevale! E’ tempo del Caos ma anche il tempo prima della Pasqua: la gente ride, in qualche luogo piange, ma noi dobbiamo pensare che torneranno le schiarite, perché, tutto il brutto del male è compensato da tutto il bello del bene se lasciamo che il cuore ci conforti e ci ami e ci coccoli. Lasciamoci amare da chi ci ama, lasciamo che la vita scorra, faccia il suo corso ma coraggiosamente proviamo ad essere felici col poco che abbiamo. Il tanto l'abbiamo avuto a suo tempo e se non l'abbiamo avuto non può nemmeno mancarci… Indossiamo la maschera, permettiamo al Caos di giocare con noi perché è solo un momento dopo  arriverà l’ordine e la risurrezione ci regalerà il tempo di gioie vere…