Oncologia Businco: donne pronte a ricorrere all'autorità giudiziaria se entro luglio non viene indetta una conferenza regionale con associazioni e medici

Oncologia Businco: donne pronte a ricorrere all'autorità giudiziaria se entro luglio non viene indetta una conferenza regionale con associazioni e medici

  • di Redazione
  • 13 Luglio 2018
  • Sardegna

Entro il mese di luglio sarà indetta una conferenza regionale con le associazioni delle pazienti oncologiche e i professionisti della sanità per condividere le soluzioni più soddisfacenti alle problematiche del "Businco" segnalate dalle donne della Fondazione Taccia Ricerca sul cancro, dalla Fidapa Cagliari e da Socialismo Diritti Riforme. Lo ha garantito l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru a conclusione dell’incontro con le rappresentati delle pazienti oncologiche svoltosi nella sala riunioni per iniziativa dal Presidente Gianfranco Ganau alla presenza del Presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra. Le pazienti in assenza di atti concreti ricorreranno a ogni altra utile iniziativa non escluso il ricorso all’autorità giudiziaria.

"Alcune di queste soluzioni possono essere realizzate in tempi rapidi intervenendo nell’immediato su aspetti organizzativi orientati a garantire una assistenza più confortevole nei percorsi di cura. A questo proposito sentirò subito la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera "Brotzu". Altre soluzioni richiedono un impegno più ampio nel lungo termine. Ed è questo uno dei punti fondanti della riforma in corso: abbiamo realizzato una rete oncologica che garantisca le cure appropriate e nei tempi più brevi individuando nell’ospedale Businco il Centro di riferimento regionale, collegato agli altri nodi della rete teso ad assicurare una assistenza di prossimità ai pazienti oncologici evitando sovraffollamenti nella struttura di riferimento. Tutto richiede un forte cambiamento di mentalità e di approccio da parte di tutti gli operatori sanitari e su questo lavoriamo con convinzione".

Secondo il Presidente del Consiglio "questa riforma richiede un approfondimento culturale e di formazione per far sì che l'integrazione dei servizi funzioni davvero. I tempi di attesa per ottenere una diagnosi, 60 giorni, sono davvero troppi ed è certamente necessario un intervento di chiarimento da parte nostra, tramite la direzione generale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu che deve garantire la puntuale osservanza delle leggi in vigore che prevedono la presa in carico della paziente oncologica da parte del sanitario e della struttura anche per quanto riguarda la prenotazione delle visite e dei controlli diagnostici, affinché le donne non debbano subire anche questo ulteriore carico. Servono evidentemente anche degli interventi di tipo strutturale – ha aggiunto – per limitare i tempi di attesa sugli interventi chirurgici per questo ci impegniamo a studiare tutte le soluzioni possibili da mettere in campo".

"Non si può non concordare su molte delle questioni che avete sollevato – ha dichiarato il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra. Il Consiglio regionale ha approvato una riforma poderosa che ora deve essere applicata. Nell'immediato per alleviare le sofferenze delle pazienti oncologiche si possono ad esempio acquistare cinque poltrone in più per fare la chemioterapia e definire meglio la programmazione delle terapie".

Lungo e documentato il cahier di dolèance delle pazienti oncologiche illustrato da Maria Grazia Caligaris. Presidente di Socialismo Diritti Riforme e condiviso da Paola Melis per la Fidapa di Cagliari e da Valentina Ligas, Sonia Aresu e Felicina Atzeri della Fondazione Taccia che hanno richiamato con forza anche le problematiche del Reparto di Oncologia della Nuova Casa di Cura di Decimomannu, chiuso senza preavviso.

"Non siamo venute qui a pietire – ha detto Caligarisma per rimarcare che con la malattia non abbiamo rinunciato ad esigere i nostri diritti. Siamo stanche di ascoltare motivazioni che confermano i problemi. Oltre 20 mila firme significano che ciò che segnaliamo non è una invenzione. Si chiede un’assistenza e una continuità terapeutica ora inadeguate. Un percorso assistenziale completo. Le pazienti arrivano al "Businco" per sentito dire, come si va dal salumiere o dal panettiere. E il Businco è considerato un Centro di eccellenza! La situazione dopo l’accorpamento con il Brotzu è peggiorata! Registriamo l’assenza del rispetto per chi soffre e si trova in una condizione di fragilità. Il paziente non viene accompagnato nel percorso. Perché il percorso non esiste. Non c’è la rete! Non c’è una visione interdisciplinare. Gli scambi delle conoscenze avvengono a livello personale per iniziativa di singoli operatori. Non c’è un supporto sociale adeguato e neppure psicologico. In una struttura così complessa ci sono un assistente sociale e una psicologa. Non c’è informazione. Non c’è un Bar! Alle pazienti è negato perfino un momento di relax con i propri familiari! Devono accontentarsi dei prodotti erogati dai distributori automatici. Per ottenere una diagnosi occorre aspettare per ammissione del Direttore Generale dell’Azienda – 40/50 giorni. A furia di lamentele – ed è stata una "gentile concessione" – sono state aumentate le ore in cui sono disponibili le Sale Operatorie della Ginecologia Oncologica (6 ore in più ogni 15 giorni!). La situazione della Chirurgia Senologica è rimasta invariata e come per la Ginecologia è addirittura peggiorata dopo l’accorpamento con l’Azienda Ospedaliera. La Conferenza Stato Regioni del 2014 e il percorso diagnostico terapeutico del cancro della mammella del "Brotzu" garantiscono l’intervento chirurgico in trenta giorni. Al "Businco" attualmente il cancro si opera dopo 60 giorni!"

Le donne con recidiva e/o metastasi non hanno un percorso a parte con un supporto psicologico e la terapia del dolore. Sono invece costrette a fare la fila negli ambulatori insieme a donne che per la prima volta scoprono il cancro. Tutto questo ci sembra squalificante per una realtà come quella del "Businco" che vanta una tradizione di alta specializzazione non solo per le professionalità esistenti ma anche per l’umanità degli operatori.

Al quinto piano del Businco, dove si effettuano le sedute di chemioterapia, c’è un problema organizzativo e di spazi disponibili. Nelle sale Operatorie del "Brotzu", con ricovero ordinario, in anestesia, vengono fatte le conizzazioni. Al "Businco" invece non è possibile occorre "accontentarsi" dell’ambulatorio! Abbiamo poi segnalato la situazione delle Sale Operatorie e della Rianimazione. Ci è stato risposto che nel 2019 inizieranno i lavori! Presidente noi chiediamo che Ginecologia Oncologica e Senologia vengano messe a norma perché, rispetto a ciò che sperimentiamo, le norme non ci sembra che vengano rispettate. La qualità dell’assistenza oggi non è rispettosa delle esigenze delle donne e finché non otterremo risposte concrete continueremo a farci sentire in tutte le sedi per la tutela dei diritti. Abbiamo registrato l’adesione dell’Adiconsum regionale. Ci riserviamo ogni utile iniziativa e non escludiamo il ricorso all’autorità giudiziaria perché venga fatta una verifica sulla qualità dell’assistenza e sul rispetto delle norme.